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SIAMO TUTTI IN ORBITING DI QUALCUNO

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere l’articolo dell’ottima collega Giorgia Lauro che riferiva di quanto ipotizzava Anna Iovine  – in un suo articolo –  su un fenomeno particolarmente evidente nel mondo delle “relazioni social”, ovvero l’orbiting. Per definirlo userò esattamente quanto letto nell’articolo: “un fenomeno in cui una persona interrompe tutte le comunicazione dirette e significative, ma continua a interagire tramite i social (…) non commenta le vostre foto o invia un messaggio, ma guarda tutte le vostre Instagram Stories, condivide i vostri tweet, guarda le vostre foto su Facebook esprimendo un “like”, nel tentativo di mantenere un’interazione seppur superficiale“.

Questo articolo mi ha innescato un paio di considerazioni. La prima è che i social network favoriscono questa forma di “interazione debole“, in cui possiamo mantenere una partecipazione defilata, evitando il face-to-face che implica il coraggio-responsabilità di guardarsi. Chi non avrebbe mai espresso apertamente un gradimento ora può avere questa forma ibrida e “autorizzabile” dal nostro censore interno. La seconda considerazione è che, in fondo, noi abbiamo sempre praticato qualche forma di orbiting. Quando da ragazzi si finiva una storia, una relazione, magari si continuava a chiedere ad amici comuni cosa facesse e come stava l’ex partner; oppure si tornava davanti scuola per poterlo/la vedere ancora di nascosto. La tecnologia ha solo facilitato quello che probabilmente è una tendenza che c’è sempre stata. In fondo, i social media hanno stimolato e ingigantito quella dimensione narcisistica di base presente in ognuno di noi e che, in questo trend crescente di “emanazione del Sé“, viene frullata e centrifugata verso gli altri in modo indistinto.

Ecco perché si riesce più facilmente a rimanere in orbiting e  – senza darle necessariamente una connotazione negativa –  godere di questa interazione debole che potrebbe essere tanto una forma di micro-apprezzamenti, quanto una forma di micro-invidia. Dipende, come tutte le cose umane.