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UNO STRANO GENERE DI RACCONTO

Una mattina mi sveglio un po’ frastornato. La bocca impastata, gli occhi un po’ gonfi, appena un cerchio ala testa. Qualcosa mi dice che sarà una giornata balorda. Ed infatti comincia con la telefonata della mia ex moglie che si lamenta del bambino che non è stato bene, ma soprattutto che il pediatro non risponde al telefono. Le dico di stare tranquilla e che, appena torno dal dentisto, passerò a vedere se hanno bisogno di qualcosa.

Mi preparo e faccio la barba perché mi sa che non avrò tempo di andare dal barbiero. Appena pronto chiamo al telefono la solita cooperativa e mi faccio trovare pronto perché il tassisto è già di sotto. Mentre andiamo nel traffico un pazzo (il solito camionisto) ci taglia la strada: noi prendiamo uno spavento e lui si prende gli accidenti che gli mandiamo.

A metà mattinata incontro il mio collaboratore sotto l’ufficio e ci prendiamo il solito caffè al bar. Come tutti i giorni il baristo mi sfotte perché domenica la mia squadra del cuore ne ha prese quattro dalla sua. Cosa posso farci se il nostro miglior calciatoro batte la fiacca? Mi tengo lo sfottò meditando vendetta. Appena fuori del bar mi trovo due tizi che discutono animatamente: sia l’autisto, sia il vigilo, sono convinti di avere ragione. Mi sa che vincerà il secondo.

Finita la giornata di lavoro ed avute rassicurazioni sulla salute del bimbo, faccio un salto a casa nuova. Trovo il geometro che sorveglia i lavori. In una stanza c’è il piastrellisto e nell’altra il marmisto che sollevano polvere e bestemmie. Personale ruvido, non c’è che dire. Uff, comincio ad essere stanco.

Scendo e mi avvio a piedi verso casa. Per rilassarmi prendo gli auricolari e con lo smartphone pesco una bella radio digitale di musica classica. Mi distende un casino. Appena accendo sento un brano di un musicisto che amo: un clarinettisto che è soave. I neuroni cominciano a calmarsi. L’ultimo tratto, dall’androne alla porta di casa mia, leggo le ultime notizie della città. Come al solito, il giornalisto se la prende con l’amministrazione e il titolo chiude la giornata:

“È giunto il momento di far cadere la sindaca!”

Sipario

ANCORA IMPRESSIONI DA LONDRA

Sono stato a Londra per la terza volta e la mia percezione della città si sta facendo più approfondita. Condividerò con voi quelle impressioni che ho potuto fermare con una fotografia.

 

Sarà la conseguenza dei bombardamenti degli aerei nazisti nell’ultima guerra mondiale, che hanno distrutto pezzi importanti della città, ma il panorama degli edifici mi ha confermato quell’impressione di una gran confusione. Accanto a idee che arredano un palazzo che, altrimenti,  resterebbe anonimo,troviamo delle vie ottocentesche che vedono il grattacielo puntare dei tetti.Ma può accade anche di trovare delle magioni che sembrano uscite direttamente da un film di Henry Potter.

Per ritrovarsi nella Londra dei londinesi basta uscire dalla Zona 1 ed arrivare ai margini della Zona 2. Ecco le case a schiera che furono prese in giro anche in uno dei fumetti di Asterix.

Ma nella City si può arrivare anche a vedere delle case “circondate” come questa. Quando l’ho vista mi sono domandato quali emozioni provassero gli abitanti di quella casa: orgoglio o soffocamento?

A proposito della City, il cuore pulsante delle attività economiche britannici, sotto il palazzo della Bloomberg si trovano i resti archeologici di un tempio dedicato al dio Mitra. Poca roba rispetto a quello a cui ci ha abituati l’Italia, ma ben curati e, soprattutto, visitabili gratuitamente, in un allestimento ipertecnologico che restituisce suggestione del luogo di culto.

E passiamo a qualche curiosità sull’inglesitudine. La prima sottolinea il sottile umorismo nel chiamare due strade adiacenti “Ave Maria lane” e “Amen corner”. Poi, in Trafalgar square hanno modificato i semafori inserendo i simboli di tutti i sessi possibili al posto del classico omino, in una versione inutile del politically correct ma forse con intento umoristico.

Sono stato anche al cimitero di Highgate in cui si conservano le spoglie di Karl Marx. Mi aspettavo di trovare qualche “pellegrino” e ne ho trovato più di uno, anche giovani.

Per chiudere, due immagini che, a mio parere, raccontano bene una certa aria di Londra